L'accademia Yoga Samavaya si occupa della divulgazione e della pratica di uno yoga unico, e nello stesso tempo rispettoso delle tradizioni, che utilizza come elemento esperienziale un ascolto accurato e profondo del proprio corpo e della propria condizione mentale.
Questa modalità è il primo e fondamentale atto di conoscenza interiore e permette una pratica di asana (consapevolezza posturale), pranayama (consapevolezza del respiro), meditazione (consapevolezza mentale), regolata da un ascolto dei ritmi spontanei e naturali.
In questo modo si recupera immediatamente quella condizione psicofisica che i tre testi più importanti dello yoga usano per definire una corretta condizione corporea: stabilità (Yoga sutra), leggerezza (Hatapradipika), equilibrio (Bhagavad gita). L'accademia è il posto dedicato a coloro che sono interessati a percepire lo scorrere della vitalità (prana) all'interno corpo.
Nelle tradizione dello yoga classico è la filosofia del Samkhya che invita a un'analisi approfondita degli aspetti che costituiscono l'essere umano (tattva) e non prevede né indica nessuna posizione specifica.
Lo Yoga Sutra, importante testo riconosciuto dalla tradizione dei Veda, imposta la sua filosofia sulla conoscenza dei concetti del Samkhya e nemmeno quest'opera propone “posizioni” ma semplicemente uno stato di comodità e stabilità (regolato quindi da una percezione corporea interiore). Se si vuole essere aderenti a questi testi tradizionali sarebbe bene seguirne le loro indicazioni anche durante la pratica di asana.
L'introduzione delle “posizioni”, nella storia dello yoga, avviene a posteriori e nella maggior parte dei testi (soprattutto puranici e tantrici) sono quasi sempre posizioni sedute, che dispongono al pranayama e alla meditazione.
È pur vero che nei secoli lo yoga si è evoluto (con un aumento esponenziale del numero di posizioni eseguibili) ma la grande popolarità oggi raggiunta da questa filosofia richiede puntualizzazioni per evitare di vederlo sconfinare nel campo delle discipline atletiche (oggi la maggior parte delle proposte yogiche, anche formative, si stanno adeguando a un suo riconoscimento in ambito sportivo come “ginnastica yoga”, sostenuta e promossa da vari enti affiliati al CONI).
Si può pensare che questo cambiamento sia solo formale, giuridico, fiscale, ma non è così. Lo yoga è una filosofia e il suo approccio al corpo è di tipo sensoriale e non motorio. La postura adottata nello yoga è il luogo preferenziale dove la persona può ascoltare sé stessa attraverso percezioni sensoriali e non attraverso un movimento muscolare.
Le sensazioni del corpo sono di natura tattile (sparsa), visiva (bindu), uditiva (nada), respiratoria (kumbhaka), vibrazionale (spanda). E nulla può essere percepito di tutto questo se il corpo è sotto sforzo, o se si viene “corretti forzatamente” durante la pratica.
Alcuni esempi di riferimenti dedicati alla ricerca sensibile del corpo nella tradizione yogica
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