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Le vie dello yoga nei testi tradizionali

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Yoga, il distacco

Il termine yoga è uno dei più versatili del sanscrito; deriva dalla radice verbale yuj, che significa imbrigliare, aggiogare, ma possiede una vasta gamma di significati che vanno dai più conosciuti di unione, congiunzione, regola, mezzo (quindi metodo), ai meno conosciuti: preparare, equipaggiare, allacciare, squadra, costellazione, arte magica, sforzo, devozione.

Quando viene inteso come processo di separazione allora perde il suo significato di “congiungimento” e “unione” per coincidere con quello di “aggiogamento” (attraverso il quale avviene un distacco, o controllo, sensoriale).

Nel periodo vedico per yoga s'intendeva “controllo della mente e dei sensi” e quindi il termine yoga non sarà tradotto come unione ma come separazione.

Yoga, l'unione

Nella Bhagavadgītā, Krsna invita Arjuna a credere in lui, ad affidarsi al divino, all'unione, quindi il termine yoga sarà tradotto, come in tutta la tradizione tantrica, come unione.
Infine, se utilizziamo il termine yoga con il significato di “mezzo o metodo”, diventerà il “mezzo per conseguire un risultato”.

Associare a “yoga” un altro termine è un modo per sapere quale mezzo si utilizzerà per raggiungere l'unione o il distacco o per conoscere l'obiettivo specifico verso cui una pratica è orientata; lo yoga è il mezzo e il fine.

Se utilizziamo il termine yoga come “unione”, la parola che affianchiamo può, ad esempio, indicare l'elemento al quale ci si vuole unire, con il quale ci si vuole identificare.

Yoga individuale

Ogni testo tradizionale propone differenti tipi di yoga che possono variare, esponendo concetti e pratiche anche molto distanti le une dalle altre.

Ogni allievo, praticante o ricercatore combinerà, come vedremo, le varie forme di yoga per creare un cammino adatto alle proprie esigenze, oppure sceglierà un certo tipo di orientamento piuttosto che un altro, secondo le proprie inclinazioni, età, interessi, finalità.

La maggior parte dei testi sono divise in due parti, la prima, invita a pratiche purificatorie, la seconda accompagna a un potenziamento delle proprie forze e capacità (siddhi, vibhūti).

Lo yoga di Patanjali

Nello Yoga Sūtra sono descritti il Kriyā-yoga e l’-yoga.

Kriyā-yoga, riguarda attività, azioni o comportamenti che permettono il distacco dai fattori che irritano e disturbano la coscienza.
Il Kriyā-yoga è: pratica intensa, studio di sé, abbandono a Isvara. (PYS II, 1)

Astānga-yoga è la via dove sono scandite e spiegate le otto tappe utili per raggiungere la liberazione.
Lo yoga è composto da otto tappe: yama, niyama, āsana, prānāyāma, pratyāhāra dhāranā, dhyāna, samādhi. (PYS II, 29)

Lo yoga nella Bhagavadgita

Le principali forme di yoga presenti nella Bhagavadgītā sono lo Jñāna-yoga, il Karma-yoga e il Bhakti-yoga. Queste tre diverse forme, se seguite con un certo criterio, formano un percorso evolutivo che porta il praticante a gradi e livelli sempre più alti di consapevolezza.

Jñāna-yoga è il metodo che consente la realizzazione spirituale attraverso l’uso dell’intelletto (la conoscenza dei fattori che conducono alla liberazione). Legato a buddhi.

Quando la tua intelligenza avrà superato l'illusione sarai in una tranquillità indisturbata, avrai raggiunto il culmine della realizzazione del sé. (Bg II, 53)

Karma-yoga è la realizzazione della propria natura spirituale attraverso l'azione disinteressata. Legato all'ego, ahaṃkāra: l'azione, infatti, richiede la volontà.

Colui che compie un'azione senza preoccuparsi dei suoi frutti, è considerato un samnyasin, che non abbia il fuoco e sia inattivo. (Bg VI, 1)

Bhakti-yoga è la via della devozione (la capacità di abbandonarsi a un ente superiore). Legato alla mente e alle emozioni, manas: l'aspetto devozionale è presente soltanto se le emozioni sono lasciate fluire.

Fra tutti gli yogin, colui che, armonizzato, pensa a me, mi venera con amore e fede, dedito a me, costui è colui che possiede lo yoga. (Bg VI, 47)

Lo yoga nell’Hatapradipika

Nell’Hathapradīpikā sono esposti l’Hatha-yoga, il Kundalinī-yoga, il Rāja-yoga, il Laya-yoga, il Nāda-yoga.

Hatha-yoga è lo yoga della riconciliazione delle polarità (ha-sole e tha-luna), oppure può essere inteso come “yoga della forza” (per via della difficoltà delle pratiche proposte).

Gli āsana, i vari khumbaka, le mudrā e l’ascolto del suono interiore (nādānusandhāna), sono la corretta successione delle pratiche di Hatha-yoga. (Hp I, 56)

Kundalinī-yoga è l’unione con la forza originaria e creatrice (kundalinī) che si ottiene innanzitutto bilanciando i due canali laterali (idā e pingala), per permettere al prāna di scorrere nel canale centrale (susumnā).

Come si apre una porta utilizzando una chiave così la liberazione si ottiene per mezzo della kundalinī che s’impara ad attivare grazie alle pratiche dell’Hatha-yoga. (Hp III, 101)

Rāja-yoga è lo yoga più alto, si ottiene solo attraverso il raggiungimento di uno stato meditativo d’imperturbabilità (samādhi).

Si può conoscere il Rāja-yoga, costituito da conoscenza, liberazione, stabilità e perfezione solo attraverso l’insegnamento di un maestro. (Hp IV, 8)

Laya-yoga è il mezzo per il dissolvimento delle forme-pensiero create dalla coscienza quando si trova in uno stato identificato.

Quando tutte le attività mentali sono sospese e non rimane di loro alcuna traccia, allora sorge un indescrivibile riassorbimento, laya, che non può essere descritto a parole. (Hp IV, 32)

Nāda-yoga si pratica dedicandosi all’ascolto dei suoni interiori. A differenza del mantra, che dev’essere recitato, il suono è percepito chiudendo gli occhi, le orecchi, le narici e la bocca.

I grandi yogi sperimentano il samādhi, l’unione con il sé universale, attraverso la meditazione sui suoni interiori, provano gioia indescrivibile nel cuore, conosciuta pienamente solo da Śrī Gurunatha. (Hp IV, 81)

Fra i molti metodi di assorbimento (laya), insegnati da Śrī Adhinatano, certamente uno dei migliori è nādānusandhāna, il suono interiore. (Hp IV, 66)

I sentieri dello yoga

L’elenco dei diversi tipi di yoga esistenti potrebbe essere molto più lungo perché, soprattutto oggi, il mercato tende a offrire un’infinita gamma di possibilità.

Occorrerà fare una distinzione tra le forme di yoga tradizionale, cioè quelle contenute nei testi antichi, e quelle che fanno parte del Modern Yoga.

Se vogliamo utilizzare la pratica yogica come un timone esistenziale, un mezzo per il ri-orientamento del proprio essere, sarà opportuno riconoscere, all’interno di ogni proposta disponibile sul mercato odierno, i concetti che ci permettono di sapere con precisione cosa stiamo praticando, attraverso quali strumenti, per raggiungere quali obiettivi.

Le numerose correnti del pensiero yogico permettono una vasta scelta: sono come ponti, o barche, che ci aiutano a raggiungere luoghi altrimenti irraggiungibili.

Le molte vie sono anche specchi utili per capire meglio chi siamo, quali siano le nostre attitudini interiori, di quale sostanza è fatta la nostra anima prima che essa torni ad assumere nuovamente la caratteristica della trasparenza.

Modern yoga

Quello che oggi è chiamato Modern Yoga mostra una caratteristica innata nella storia dello yoga e cioè la sua mutevolezza e capacità d’interazione. Come la luce bianca è fatta di sette colori, così lo yoga è declinato in diversi stili, a quelli antichi si sono aggiunte numerose tendenze che partendo dalle forme tradizionali ne hanno esaltati singoli aspetti.

Soprattutto negli ultimi centocinquanta anni si è sviluppato in modi nuovi e importanti, dentro e fuori l’India in conseguenza ai processi di globalizzazione e modernizzazione.

Nei due secoli passati lo yoga è stato concepito anche come psicoterapia, filosofia, ipnoterapia e mesmerismo, magia nera, sciamanesimo e fitness. Queste contaminazioni hanno avuto un effetto profondamente trasformativo sul modo in cui è interpretato e praticato attualmente.

Non ci deve stupire che il fenomeno è, grazie all’accelerazione delle forme di comunicazione odierne, in continuo sviluppo tanto che è impossibile seguirne l’evoluzione.

Sappiamo che lo yoga proposto dal mercato attuale è spesso una combinazione di varie tecniche e discipline.

Nascono così una lunga serie di “nuove proposte yogiche; abbiamo: Woga, Bikram yoga, Nacked yoga, Pet yoga, Beer yoga, Piloga, yoga della risata, yoga beat, Jivamukti yoga, AcroYoga, Yin yoga, Anasura yoga, Spine yoga…

Yoga e coscienza

Ci siamo mai chiesti quanto possiamo andare in là nei riguardi delle unioni interiori e quanto può essere profonda la connessione con noi stessi? Cominciamo a pensare a questo tipo di Yoga: non pensiamo più a quello esterno ma allo Yoga in quanto unione interiore. Innanzitutto, chiediamoci perché è importante stabilire questa unione interiore, quali potrebbero essere i limiti e a che punto ci dovremmo fermare.

Unità e separazione sono gli elementi che creano il gioco del vivente. L'uomo è un insieme ritmico di alternanza di aspetti. Tutte le parti che lo costituiscono devono essere comunicanti. Se non c'è unità la parte, separata dal tutto, muore.

Nello stesso tempo si viene al mondo e si può crescere solo distaccandoci progressivamente dal nostro nucleo famigliare per accrescere la nostra coscienza individuale, separata, che ci assicura lo sviluppo e la crescita e permette livelli di unità con il reale sempre più alti e integrati.

Una connessione interiore si crea quando ci rendiamo conto che l'oggetto della nostra connessione siamo noi stessi: soggetto e oggetto si uniscono e, quindi, si può parlare di unione interiore, unione con se stessi.

Dovremo cominciare a disconnetterci da tutte le unioni esterne, da tutti quei giochi che ci tengono legati al mondo esterno; non vuol dire che ci disgiungeremo in modo permanente: tutte le potenzialità delle connessioni con l'esterno rimangono e, quando dovremo stabilire nuovamente un contatto con l'esterno, potremo riattivare immediatamente le nostre facoltà che ci permettono questo tipo di unione.

La mente inizia un percorso che ci porta dal grossolano verso il sottile, da ciò che è visibile, ci porta verso ciò che non è visibile e non è legato ad un diretto contatto; dall'esterno andiamo verso l'interno e dal basso verso l'alto.

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